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La Regione Calabria è una terra sensibile, nonostante quanto si sta delineando a livello politico e dal punto di vista dell’accoglienza non è rimasta indietro. È proprio a giugno di quest’anno è stata ratificata una intensa tra le Regioni del Mezzogiorno, tramite una legge, la 26, che fa sedere intorno ad un tavolo proprio le Regioni del Sud quindi la Calabria, la Puglia, la Sicilia, la Campania e la Basilicata per affrontare il tema dell’immigrazione. Direte voi perché solo le regioni del Mezzogiorno e non tutte le altre? Perché anche dal punto di vista dell’immigrazione, il nostro paese è un paese diviso in due, dove le problematiche dell’accoglienza sono gestite e affrontate in maniera differente. I migranti molto spesso che arrivano nelle Regioni del Mezzogiorno sono di passaggio.

Era così soprattutto nei primi anni. Ricordo che la Calabria fu una delle prime, se non la prima, terra di sbarco. Io tra l’altro ero un giovane studente universitario, quando sulle coste di Badolato, nell’estate del 97, e poi di Soverato, più o meno nel periodo natalizio dello stesso anno, sbarcarono centinaia di migranti. E ricordo benissimo la risposta dei calabresi a quello sbarco. Ognuno di noi in casa è andato alla ricerca di vestiti, di coperte. Ognuno di noi andava al supermercato ad acquistare della roba, ognuno di noi metteva a disposizione tutto ciò che aveva per andare incontro all’arrivo di queste persone. Il palazzetto dello Sport di Soverato è diventato il primo centro di accoglienza, per noi era un centro di accoglienza per queste persone che sono state accolte, dove le mamme calabresi si sentivano mamme anche di questi ragazzi, di questi bambini. Allora la Calabria ha dato un bellissimo esempio, e questa intesa oggi che è stata ratificata ha proprio questo scopo quello di cercare di includere sempre di più chi sbarca sulle nostre coste e a incentivarli anche a rimanere a vivere in Calabria, nelle Regioni del Mezzogiorno.

Da noi le problematiche sono differenti, rispetto al nord c’è il problema del caporalato del lavoro nei campi, diffusi in Puglia, in Campania anche in alcune zone della nostra regione, in Calabria, e su questo la regione Calabria insieme agli altri enti e altre istituzioni sta mettendo in campo tutto ciò che può per arginare questo fenomeno. Molti sindaci sono proprio quelli che poi, quotidianamente, si trovano ad affrontare queste problematiche. Oggi dobbiamo anche dire che molte scuole in Calabria, molte classi rimangono aperte, molti insegnanti e anche calabresi possono continuare a insegnare grazie alle classi che si formano con l’arrivo dei migranti. Anzi spesso scatta una competizione tra sindaci vicini per chi riesce ad “accaparrarsi”, in maniera benevola chiaramente, l’iscrizione nelle proprie scuole di questi giovanissimi che arrivano da altri paesi per mantenere quelle scuole aperte. Tante partite IVA che oggi vengono aperte in Calabria, soprattutto nell’artigianato, vengono aperte da migranti che vanno a svolgere attività, il lavoro che molto spesso i nostri ragazzi, per cultura, per educazione familiare, per distrazioni pensano di non dover fare e, secondo me, questo tra qualche anno sarà un grosso rimpianto perché sono attività tra l’alto molto buone dal punto di vista lavorativo che ti permettono anche di avere un reddito importante. Anche dal punto di vista dei contributi che si versano nelle casse dello Stato, oggi le prime, le seconde generazioni di migranti versano molti più contributi all’interno delle casse per la previdenza all’interno del nostro paese rispetto a quelli che percepiscono.

Quindi se oggi il nostro sistema pensionistico si regge in un equilibrio precario è anche grazie a chi ha scelto di venire a vivere nel nostro paese, che contribuisce a pagare la pensione dei nostri nonni o dei nostri genitori. In questo abbiamo avuto dei bellissimi esempi, Badolato su tutti. Oggi a Badolato vivono dei nuclei familiari ben integrati. Ci sono le seconde e le terze generazioni quindi, gli immigrati che arrivano nel Mezzogiorno del nostro Paese, non sono di passaggio ma spesso rimangono perché trovano maggiore umanità, maggiore accoglienza ed è compito anche della nostra Regione e delle Regioni del Mezzogiorno creare occasioni di lavoro. I nostri borghi si stanno spopolando sempre di più. La Calabria ha un’età media altissima. Io vedo il bicchiere mezzo pieno e vedo l’immigrazione come un’opportunità, una ricchezza.

On. Ernesto Alecci – Consigliere Regionale – Regione Calabria

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