L’amore, quel filo rosso che intreccia noi con noi stesse e noi con le altre persone. Quel sentimento che crea e sancisce relazioni e legami. Quella emozione che ci fa sorridere e piangere e ci confonde e ci stupisce. Un’eterna danza in equilibrio tra l’armonia dei sensi e la ricerca di una certa bellezza.
Ma l’amore è sempre libero? No. In una società che ha imparato parole nuove come “distanziamento” e ha scoperto nuovi spazi di aggregazione e nuove piazze in cui incontrarsi e scontrarsi come i “social network” e il “virtuale”, possiamo osservare persone sempre più sole, abbandonate, impaurite e smarrite. Si sente parlare di nuove solitudini e di nuove povertà. Ci sono persone che non riescono ad essere loro stesse, ad amarsi e ad amare. E, siamo consapevoli di quali sono le ombre che si muovono silenziosamente o rumorosamente attorno alle vite di alcune persone oscurandone la vista, l’altruismo, l’amore, il rispetto verso se stessi.
L’omofobia è una di queste ombre. L’omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia. L’omofobia è l’avversione irrazionale (anche ideologica) nei confronti di omosessualità, bisessualità e transessualità e si può presentare nella forma di pensieri, pregiudizi, comportamenti e anche sentimenti che spesso diventano abusi sulla persona o, nella maggior parte dei casi, veri e propri crimini e violenze. L’Unione Europea parla di omofobia paragonandola al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo. Una violenza vera e propria, tant’e che nella maggior parte dei Paesi occidentali esistono leggi per contrastarla tutelando le persone che ne sono vittime.
In Calabria sono ancora pochissime le associazioni che si occupano di contrasto all’omofobia. Sono ancora pochissime le realtà associative che affrontano e trattano, con le giuste competenze, le tematiche LGBTI. E sono ancora pochissime le realtà del Terzo Settore inclusive e accoglienti. Ma negli ultimi anni v’è stata di certo un’apertura e l’alquanto evidente volontà di formarsi e acquisire gli strumenti necessari e utili per contrastare tale odio e discriminazione.
Esemplare è la nascita del Centro Contro le Discriminazioni LGBTI Calabria, un progetto regionale realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità-Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali (UNAR), che si sviluppa in collaborazione con enti e associazioni che vivono le diverse province calabresi come Arcigay Reggio Calabria (capofila dell’idea progettuale), Agedo Reggio Calabria, Cisme Cooperativa per l’Innovazione e lo Sviluppo del Meridione e Arci Reggio Calabria che si sono costituiti in una ATS con Arci Cosenza, la cooperativa Hoplà e altri partner pubblici e privati. Il Centro è attivo in due sedi, una su Reggio Calabria e una su Cosenza e si pone l’obiettivo anche di aumentare i servizi di supporto e sostegno verso la comunità LGBT+ con il potenziamento di servizi online e offline di supporto per garanti maggiore benessere alle persone vittime di discriminazioni e violenze di questo genere ma anche offrendo processi formativi, informativi e di sensibilizzazione.
Arci Cosenza sul territorio cosentino, in rete con le altre realtà associative di categoria, da anni porta avanti campagne di informazione e formazione sulle tematiche LGBTI in luoghi pubblici e privati con l’obiettivo chiaro di disseminare uguaglianza, bellezza, inclusione e accoglienza.
Solo abbattendo il forte muro dei pregiudizi si possono aprire strade che portano e accompagnano alla conoscenza dell’amore, partendo da noi stesse, da quel famoso “amor proprio”. E tutte le persone hanno il diritto di amarsi per poter disseminare amore.
Silvio Cilento – Presidente Arci Cosenza Aps
Animatore territoriale, formatore ma prima di ogni cosa uomo, omosessuale, innamorato dell’amore, di sé stesso e del suo compagno, con cui sta costruendo una famiglia.
Scopri di più sul Mosaico e su
Fondazione Città Solidale Onlus
Visita il nostro sito www.fondazionecittasolidale.it