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Celebrare 25 anni di attività di Città Solidale, vuol dire festeggiare con stupore i tanti operatori e volontari che si sono impegnati nel tempo in una fondamentale azione pastorale della nostra Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e continuano a farlo ogni giorno. È loccasione per ringraziarli! Risulta infatti evidente che il compito di Città Solidale non sia di generica assistenza filantropica. La prima attenzione non è posta alle possibili risposte da dare ai problemi che la società pone, ma a costruire un rapporto di fiducia che consenta a chi è nel bisogno di sentirsi accolto e ascoltato. Alloperatore, al volontario, alla comunità, il compito di creare le condizioni per facilitare tutto ciò. In concreto, riconoscere a ogni persona le risorse che le sono proprie e aiutarla a servirsene per la propria realizzazione. Laiuto che viene offerto, in una logica che non può che essere ispirata al messaggio evangelico, non è solamente un sostegno materiale; perché se quellaiuto conferma la statica permanenza del povero lì dove si trova, potremmo aver fatto tutte le opere migliori, con luoghi, cibo, indumenti e cose, ma la prospettiva di uscire dalla situazione di povertà per andare verso una vita degna potrebbe non esserci. Se invece accanto ai beni di prima necessità, siamo in grado di offrire a chi è più fragile una mano perché anchegli possa camminare, la sua prospettiva potrà cambiare. Per gli operatori e i volontari la sfida quotidiana è stata ed è il riuscire a centrare lattenzione sulle capacità di azione della persona che si incontra e su come sostenerla nel far fronte alle difficoltà della vita.

L’elemento di fondo che emerge dalla rilettura delle tappe che hanno caratterizzato la storia di questi 25 anni di Città Solidale della diocesi di Catanzaro, è la peculiare capacità che la Fondazione ha sempre mostrato, fin dalla sua fondazione, nell’intercettare precocemente fenomeni emergenti (ed emergenziali), problematiche sociali allo stato nascente, per trasformarle poi in nuovi servizi capaci di fornire risposte a bisogni altrimenti non soddisfatti e, talvolta, nemmeno percepiti come tali. Questa capacità reattiva appare in modo evidente in situazioni legate a problematiche internazionali, come gli sbarchi di migranti che caratterizzano la storia di questi ultimi anni, a fronte dei quali Città Solidale ha sempre saputo costruire e attivare reti attraverso le quali mettere a disposizione risorse umane ed economiche in ausilio a esseri umani in difficoltà che dovevano essere accolti. Lo stesso può dirsi in merito alle emergenze che non hanno riguardato gli eventi naturali, nelle guerre esplose alle porte dell’Europa come nel caso recente dell’aggressione all’Ucraina o in luoghi più remoti del mondo. Tutto questo ha contribuito a fare di Città Solidale una realtà profondamente radicata nel territorio, ma allo stesso tempo sempre fortemente proiettata verso una dimensione aperta al mondo. Certo la capacità di intercettare e rispondere all’emergenza e agli eventi contingenti è importante, ma emerge con chiarezza una necessità sempre più spiccata a saper cogliere e rispondere a trasformazioni di carattere strutturale. Di fronte a una società sempre più complessa e più esposta a fenomeni globali, in cui vecchie forme di solidarietà familiari, comunitarie, di vicinato, diventano più fragili, in cui il lavoro sempre più raro, precario e povero, non consente più di per sé una piena integrazione, le aree di bisogno a cui trovare risposta si moltiplicano e i vecchi strumenti di intervento devono lasciare spazio a soluzioni innovative maggiormente in grado di valorizzare le risorse disponibili e sempre più scarse.

Fondazione Città Solidale sempre spinta dall’urgenza della carità (Caritas Christi urget nos  2 Cor 5,14) ha saputo in questi 25 anni affrontare questa sfida, differenziando le proprie aree di intervento e moltiplicando i propri servizi e mettendo in atto metodologie orientate a rispondere alla complessità delle problematiche sociali. Per affrontare la sfida delle complessità, seguendo una logica di crescente sussidiarietà tra pubblico e privato, è stato necessario anche stringere nuove alleanze con le istituzioni del territorio e rafforzare il rapporto con altre realtà impegnate nello stesso ambito.

Questo sforzo di progettazione e di idee a favore degli ultimi, un universo sempre crescente e mutevole nei suoi contorni e nei suoi profili, richiede ancor più per il futuro, risorse che non sono solo economiche, ma anche umane. Città Solidale nei prossimi anni dovrà investire ancor più di quanto fatto finora, nella formazione di volontari e operatori e, allo stesso tempo dovrà favorire maggiormente, con varie iniziative, l’avvicinamento al mondo giovanile, che rappresenta un bacino di intelligenze e motivazioni imprescindibile per poter percorrere la strada che si prospetta ancora avanti.

L’augurio che facciamo alla nostra Città Solidale è quindi di non venir meno alla sua vocazione e all’ispirazione che è stata ed è la sua forza e ha caratterizzato questi primi 25 anni di servizio. Una missione importante nella nostra Chiesa diocesana, che deve proseguire seguendo le coordinate che Papa Francesco ha indicato alla Caritas nel 2021 per i 50 anni della sua fondazione: “partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”.   

Mons. Claudio MANIAGO – Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace

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