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L ’amore ci insegna a donare con larghezza senza fare conti in tasca. Questa è l’esperienza che ogni uomo vive quando ama qualcuno, privandosi di ciò che è necessario purché la persona amata abbia tutto ciò che desidera. Quando amare precede il donare ogni cosa segue il suo corso. Ma se non c’è un amore libero come si fa a donare?
La società in cui viviamo ci ha portato ad avere l’unico pensiero che ognuno debba pensare a sé stesso. L’altro, piuttosto che essere uno da amare, diventa uno dal quale bisogna stare alla larga ed il donare non trova spazio. Il cuore dell’uomo è così indurito dinanzi alle necessità altrui che non si riesce più a vedere oggettivamente; riecheggia quel proverbio latino: lupus est homo homini, l’uomo è lupo per l’uomo.
Come riappropriarsi di ciò che è veramente umano? La solidarietà. Essa spinge l’uomo a non pensare a sé, ma ad affacciarsi sul mondo e scorgere quanti hanno bisogno. È qui che trova spazio l’invito che Gesù rivolge attraverso il Vangelo secondo Matteo: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10,8). I beni materiali non devono prendere il sopravvento nella vita dell’uomo, ma con essi egli deve essere capace di venire incontro a chi è in difficoltà. Non è questo il senso più profondo che il versetto matteano ci vuole comunicare? Se tu hai incontrato la grazia di Dio, in modo gratuito, cosa ti spinge a non essere altrettanto generoso? La grazia non porta alla chiusura, anzi si va verso un’apertura verso il nostro simile, andando, per un certo verso, contro la mentalità del mondo non pensando più ad accrescere le proprie ricchezze, ma mettendo in campo un’economia a ribasso, volta alla perdita più che al guadagno.
Gesù d’altronde invita i suoi discepoli a farsi portatori di quanto a loro volta hanno ricevuto senza dare nulla in cambio e la straordinaria Sua azione sta proprio in questo: aver incontrato un’umanità ferita e averla curata con compassione. Gesù si è fatto carico di quelle sofferenze, e come il Buon Samaritano le ha curate, e le cura tuttora, versando l’olio della consolazione e il vino della speranza, come la liturgia ci fa pregare. I discepoli di Gesù, quelli di un tempo e quelli di oggi, sono chiamati a rendere attuale i segni operati da Lui perché possa giungere ad ogni uomo il messaggio d’amore e salvezza di Dio.
Molti discorsi contengono questo versetto sulla gratuità, ma in cosa consiste il dono ricevuto da Gesù? Nela sua misericordia. Il divin Maestro, passando per le vie ferite dell’umanità, ha dispensato il suo amore. Ecco cosa l’uomo è chiamato a donare agli altri: Amore. Gesù ha condiviso sé stesso, la sua prossimità nel quotidiano, la luce nelle scelte da compiere. Questi sono doni che non hanno prezzo, che superano ogni nostra capacità di restituzione, gratuiti. Condividere un tratto di vita come ha fatto Gesù con i suoi amici, ascoltarli nei momenti di dubbio, rassicurarli quando il mare era in tempesta. Non siamo chiamati ad operare chissà quale grande evento miracoloso, ma semplicemente ad essere uomini e donne che non hanno paura di sporcarsi le mani fasciando le ferite degli altri.
Dove trovare il coraggio per fare ciò? Ascoltando la Parola di Dio, sempre attuale, che ci fa entrare nella storia dell’umanità, e facendo esperienza della Legge dell’amore. Sempre Matteo ci consegna la regola d’oro: Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti (Mt 7,12). Non è una traslitterazione della legge di Hammurabi, occhio per occhio e dente per dente, per cui tu non mi fare del male e io non te ne farò. Matteo ci consegna un nuovo stile di vita dove nell’altro vedi te stesso e, solo quando in quel volto smarrito ti riconosci, non potrai non essere che spinto dall’amore e prendertene cura.
Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolarini, scrive così: «Lungo tutto il Vangelo Gesù invita a dare: dare ai poveri, a chi domanda, a chi desidera un prestito; dare da mangiare a chi ha fame, il mantello a chi chiede la tunica; dare gratuitamente… Lui stesso ha dato per primo: la salute agli ammalati, il perdono ai peccatori, la vita a tutti noi. All’istinto egoista di accaparrare oppone la generosità; all’accentramento sui propri bisogni, l’attenzione all’altro; alla cultura del possesso quella del dare». Possiamo dire che la logica del Vangelo è quella del dono senza riserve, dare nella gioia: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere (At 20,35).
Ecco allora che donare gratuitamente colloca l’uomo nel disegno originario di Dio, la vera umanità si manifesta nella condivisione.

Don Francesco Pasquale Pilieci

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