Oggi più che mai l’educazione chiama urgentemente tutte le forze in campo per rispondere alle molteplici esigenze di cui i bambini e gli adolescenti hanno bisogno.
Da un’osservazione attenta a quelli che sono i bisogni del mondo infantile ed adolescenziale pare chiaro che bisogna ancor più oggi ripensare all’azione da parte di tutti coloro che orbitano intorno al mondo dell’educazione. Perché i bambini e i ragazzi sono molto cambiati rispetto alle ultime generazioni e questo dipende sicuramente dal cambiamento dell’intera società. Lo sviluppo quasi incontrollabile del mondo dei social e delle varie piattaforme online influenza notevolmente l’agire dei più piccoli, così come il cambiamento della struttura familiare molto spesso si ripercuote sulla stabilità del mondo dei nostri ragazzi. Ecco che allora il compito degli educatori si deve evolvere cercando di ritrovare nell’empatia la chiave principale di dialogo e comunicazione. Parlare con i ragazzi cercando di cogliere le sfumature delle loro insicurezze e presentarsi come un porto sicuro dove possono adagiarsi per placare le loro debolezze potrebbero essere dei modi per fare breccia nei loro cuori e assicurarsi la necessaria fiducia che essi devono nutrire nei confronti degli adulti.
Aprirsi donando il proprio tempo e la propria esperienza alle giovani generazioni attraversando il tempo scolastico per arrivare ad un’altra agenzia educativa fondamentale come quella della Chiesa è una missione che cerco di portare avanti con la certezza che l’esempio positivo può valere più di mille parole. I giovani hanno bisogni di adulti che sappiano parlare il loro linguaggio rimanendo però dei punti di riferimento saldi e soprattutto coerenti con ciò che professano. Ecco che l’oratorio può rappresentare uno spazio dove i ragazzi ritrovano il piacere della socialità, dello stare assieme, di condividere le loro esperienze sotto una luce di ottimismo e di positività, ritrovando nei valori quali l’amicizia, la solidarietà, l’umiltà veri cardini della propria esistenza.
In questi ultimissimi anni, a causa del Covid-19, la libertà e la possibilità di incontro si è notevolmente ridotto portando tanti giovani a chiudersi e ad isolarsi. La comunità parrocchiale allora appare, oggi più che mai, come un importante centro di aggregazione dove i ragazzi possono incontrarsi e donarsi essi stessi ai più piccoli. In quest’ottica il Grest rappresenta un’esperienza fantastica perché permette ai giovani di mettersi in gioco, di donare il proprio tempo e soprattutto di tirar fuori i propri talenti. Sentirsi utili ed importanti verso i più piccoli affascina molto i ragazzi e questo rappresenta in pieno il vero senso del donarsi agli altri in modo gratuito e spassionato. Ognuno di noi dovrebbe riscoprire di più l’estrema gioia nel donare un po’ di tempo agli altri. Dove c’è qualcuno che tende una mano ci dovrebbe essere un altro disposto a stendere la propria per aiutarlo a rialzarsi. Almeno questo è quello che vorrebbe ogni giorno da noi Gesù.
Simona Procopio – Insegnante ed educatore in oratorio parrocchiale
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